Visualizzazioni totali

lunedì 6 agosto 2012

Il giardino incantato



Volevo salutare il piccolo giardino incantato che mi accoglie nelle giornate di sole. Non sempre mi concedo a lui, spesso sono in casa,  ma a volte, quando voglio un momento mio, quando ho voglia di silenzio e di pace, vado lì, nel piccolo paradiso ... piccolissimo giardino.

Dietro all’anonimo muro di cinta, conserva una calma irreale, la luce soffusa filtrata dagli alberi, un maestoso silenzio, una piccola arroganza di quiete in tanto tumulto.


Ma come varchi la porta ecco che lasci alle spalle tutti i carichi della vita, da quell’ingresso stretto non può passare nient’altro che te stesso, i guai, le preoccupazioni, le mille parole i mille pensieri no, quello zaino sulle spalle non passa di lì. Lì dentro entri solamente per come sei, vai lì per stare con lui così com’è, immutabilmente accogliente.
Ha assistito a tante mie cose, il piccolo giardino: lì dentro ho fatto picnic d’amore, festeggiato un compleanno con panini, torta e piccolo spumante, lì ho dormito  dopo una notte di mille baldorie prima di rituffarmi nel lavoro, e tante volte mi sono presa mezz’ora per me e per il mio amico libro e per i miei amici pensieri.
 Ieri, per esempio, mi sono deliziata nel confronto con gli altri giardini pubblici che ho incontrato nella vita: il ricordo lontano di quell’estate a New York, quando, provinciale al massimo, meravigliata di tutto, pranzavo come una di loro nei piccoli cortili sulla strada. Ho pensato anche a quanto diverso è dai grandi e perfetti giardini di Londra, tu piccolo e un po’ spettinato, ma anche io mi sento così, per questo ti cerco.

Carpe Diem

Nessun commento:

Posta un commento