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mercoledì 7 marzo 2012

Ci sono parole, comportamenti che nessuna legge punisce e che possono uccidere psichicamente una persona o almeno ferirla in modo grave e spesso irreversibile.
 
La provocazione continua, l'offesa, la disistima, la derisione, la svalutazione, la coercizione, il ricatto, la minaccia, il silenzio, la privazione della libertà, la menzogna e il tradimento della fiducia riposta, l'isolamento sono alcune forme in cui si manifesta la violenza psicologica.


Come si può definire la violenza psichica? È quella strategia che mira a uccidere, distruggere, annientare, portare al suicidio una persona, senza spargimento di sangue. La caratteristica fondamentale di questi comportamenti è la crudeltà esercitata dall'aggressore, il quale ben sa che lesioni fisiche o violenze sessuali potrebbero essere punibili come reato.


Le strategie che mette in atto chi decide di annientare un essere umano sono molto subdole e mirano prima di tutto ad anestetizzare la vittima designata in modo che non possa reagire. Spesso, specie nell'ambito familiare, con la vittima si è prima instaurato un legame affettivo, per cui è già difficile individuare il limite sottile che separa un rapporto funzionante ancora da quello decisamente patologico.

L'aggressore manda spesso messaggi contrastanti nel senso che dice una cosa e ne pensa un'altra (doppio legame), mettendo in questo modo l'oggetto delle sue manovre in uno stato di confusione e nell'incapacità a capire cosa sta succedendo. Ne essa ha possibilità di chiarire, perché l'interruzione della comunicazione bilaterale è un'altra delle manovre che l'aggressore instaura.

Subentra così il senso di colpa di chi inizia a subire e con esso un tentativo di perfezionismo per cercare di spostare o annullare il bersaglio.
Spesso si strumentalizza proprio l'amore per prevaricare: l'amore materno che costringe a subire per proteggere i figli, l'amore del partner che non reagisce per non distruggere il rapporto, l'amore che tutto perdona e al quale tutto è richiesto, ma purtroppo anche l'amore del bambino per il genitore del quale bisogno.

La violenza psicologica è la causa di stati depressivi e anche di suicidi, perché la vittima è incapace di reagire, in quanto logorata, e anche se denunciasse la violenza, la legge italiana non ne terrebbe conto senza prove fisiche di lesioni. Ma c'è soprattutto la vergogna di ammettere di essere trattati male, la paura a chiedere aiuto, per non subire un'altra violenza.

Così fan tutti diventa una norma statistica e a volte immorale.

Inoltre vorrei ricordare :
Aumentano i "femminicidi" in Italia e il primato è del Nord.
La violenza si scatena quasi sempre quando le donne cercano di sottrarsi al tradizionale ruolo di sottomissione, quando vogliono porre fine a un rapporto o quando vogliono la separazione. La gelosia è una delle principali cause di morte.

Nel 64% dei casi l'aggressione avviene nella casa della vittima, il luogo che dovrebbe essere più sicuro e dove invece la vita della donna è maggiormente in pericolo.



Il 28 aprile 2001 è stata approvata la legge n. 154 “Misure contro la violenza nelle relazioni familiari”



 Ma ancora lunga è la strada,
il traguardo un miraggio!


Vostra Carpe Diem