Tanti pensano di essere più intelligenti degli altri, nell' approfittare delle cose, della comunità o dei vantaggi.
Si sbagliano perché non lo sono affatto, anzi non riescono a capire quanto gli altri li capiscono, gli vogliono bene e li aiutano, altrimenti, nonostante tutta la loro cattiveria o viltà, anche, mai e poi mai riuscirebbero a fare qualcosa di buono.
In fondo loro ci giocano anche su questo, ovvero sulla bontà e capacità altrui, anche se poi alla fine dopo avere ottenuto, e, quando stanno in certe condizioni, si ergono a persone diverse da quelle che sono o che hanno dimostrato.
“Allora , sembrerà assurdo, ma credo che spesso sia la bontà che aiuti la cattiveria”:
In principio pare proprio di sì e su questo bisogna comunque stare attenti e riflettere, perché non si può permettere alla cattiveria di usare la bontà.
Ma sarà poi vero? Alla fine sicuramente no, ma al principio, ripeto, sì.
E' un discorso molto sottile, sottilissimo, e bisogna stare attenti da ambo le parti.
E' morale e filosofico.
Chi commette il male non è più intelligente, ma ha poca o scarsa sensibilità spirituale; al contrario,di chi sostiene il bene nelle azioni quotidiane, ha grande intelligenza, altruismo e coraggio.Ed è grazie alla bontà delle persone che il mondo va avanti.
Non certamente dall' egoismo, dagli affari – che sono la negazione di ogni cosa buona.
Vostra Carpe Diem