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sabato 14 aprile 2012

Lettera....

Questo lo scrivo a te.
Se un giorno dovessi rendermi conto di tutto quello che ho lasciato camminando non tornerei indietro, non potrei, ma di certo farei più attenzione a quel che rischierei di perdere intorno a me.
Se potessi alzare la voce ogni volta che vorrei di certo canterei a squarciagola canzoni felici e piene di gioia.
Se davvero avessi la facoltà di vedere, vedrei fiumi colorati, colline rosse, soli color arcobaleno e tutte le persone che non vedo più.
Se potessi scegliere quando andarmene di certo lo farei in primavera, mentre tutto intorno a me nasce.
Se decidessi un giorno di fermarmi sceglierei di certo il posto che meno mi è piaciuto vedere, perché ancora non ho compreso appieno la sua meravigliosa unicità.
Se poi perdessi un amico, di certo racconterei di lui a tutti coloro a cui voglio bene, perchè una persona non condivisa resta solo un pensiero.
Se mi donassero di nuovo l'amore di certo lo perderei, le cose più importanti si perdono sempre.
Se perdessi di nuovo l'amore piangerei, piangerei e troverei di certo altro amore.
Se un giorno un figlio camminasse su questa terra di certo gli insegnerei a cadere, solo chi sa cadere non ha paura di sbagliare.
Se una giuria mi onorasse con un premio di certo lo dedicherei a me stesso, perché uno sforzo non compreso resta inutile.
Se leggessi fiabe ad un bambino inventerei nuovi finali ancor più dolci, la dolcezza nel mondo non basterà mai.
Se avessi ancora il tempo per scriverti di certo non prenderei in mano la penna, ci sono cose che vanno dette col cuore e altre con la voce.
Se fossi di nuovo nella mia città ascolterei le campane delle chiese e correrei per i ponti.
Se le lacrime mie fossero fiumi vorrei che qualcuno venisse a nuotarci.
Se qualcuno leggesse questa lettera vorrei che ora la chiudesse e pensasse un po' a me, poi con un sorriso tornasse ad occuparsi di vivere, vivere davvero.

…la porta è accostata, filtra una luce. E’ tuo diritto entrare, ora che hai la chiave. Sali le scale lentamente, trattenendo il respiro. Sai che nessuno ti può sentire, ma la sacralità dell’azione esige il silenzio più assoluto.
In cima, una porta massiccia. Aprila. Hai la chiave. Nella stanza è filtrata la notte, allunghi una mano e premi l’interruttore. Luce. Un letto ampio e lussuoso. Sembra morbido, ma non puoi appoggiarti, o capirebbero che sei stato qui. Piccoli passi verso la scrivania, e ancora non ti azzardi a respirare.
Secondo cassetto. E’ chiuso? Hai la chiave.
Cianfrusaglie, pezzi di vita altrui.
Biglietti del treno ingialliti, non si legge la destinazione ma sembrano portare in loro un’aura di caro ricordo.
Lettere aperte con cura, per non rovinare busta né contenuto.
Un quadernetto azzurro. Aprilo. Dentro ci sono segnati i suoi numeri di telefono, quelli delle persone importanti. Ora puoi riporlo da parte.
Un pezzo di spago, una vecchia matita spuntata. Elastici, francobolli ormai fuori corso, una pallina di gomma, una musicassetta senza titoli, una confezione di piccole, un ciondolo.
Una cartellina.
Una cartellina semplice, senza importanza. Nessuna scritta, nessun segno. Ma se è stata conservata lì è forse perché ha un valore.
Valore ha il denaro, valore ha un sorriso, valore ha il divertimento, valore ha la nostalgia…
NOSTALGIA.
Tieni questa parola da parte, ci rifletterai in seguito.
Sotto la cartellina, niente altro.

Ora aprila. Fogli bianchi e rosa. Vecchi appunti, conti ormai saldati. E una busta.
Niente destinatario, niente mittente, solo due parole maiuscole in inchiostro rosso. PER AMORE. Ora puoi aprirla e vedere cosa contiene.


…ma prima appoggia le mani su questa busta ormai non più così bianca, chiudi gli occhi e pensa. Pensa alla busta chiusa, alle due parole scritte sopra, al fatto che era nascosta dentro una cartellina anonima, in fondo a un cassetto chiuso a chiave, dentro una stanza a tutti inaccessibile.
Era tempo di guerra, o forse qualcosa di assai simile, e c’era sempre lavoro per un giovane ...Faceva miracoli, si prodigava in mille modi diversi, lavorava fino ad ore indecenti come tutta la gente coinvolta come lui nel far fronte alle esigenze belliche. Oberato dal troppo lavoro e dalla ancor più scarsa assistenza, dall’estrema carenza di mezzi come dall’eccessiva routine. Eppure continuava a prodigarsi, alla continua ricerca di una maggiore qualità, di un maggiore impegno nello svolgimento della sua opera, per quanto ripetitiva, per quanto inutile, per quanto il mondo intero non facesse altro che combattergli contro, dicendogli: ma smettila, lascia perdere, non importa a nessuno.
PER AMORE
E allora forse il valore di questa busta, con la sua segretezza, stava proprio forse nella capacità che aveva di riportare alla mente un periodo, dei ricordi, delle sensazioni…

Aprila, falle rivivere. Confessalo: è stata una tragedia, o un errore imperdonabile… PER AMORE… ma proprio perché è stato già fatto, adesso non potrà più ripetersi. Immagina.
E dillo: che qui il fato ha ucciso la tua mente e ha creato qualcosa di nuovo, ti ha donato l’intuizione straordinaria e un giorno ne farai il romanzo che ti darà l’immortalità.
Aprila. O confessa: è stato un fallimento.
Ma penso che sarebbe stato un fallimento per chiunque, io… io prego Dio( Ci provo) di non sapere che qualcun altro ha avuto successo agendo allo stesso modo, senza fermarsi nel momento di…
Ma è proprio necessario?

Riponi tutto. Busta, cartella, cianfrusaglie.
 Chiudi il cassetto, esci, torna sui tuoi passi.
Non hai aperto l’ultima porta, ma è sempre necessario farlo per scoprire cosa c’è al di là. E una risposta l’hai ottenuta, anche se non è la risposta alla domanda che ponevi.
Ma in fondo, avresti potuto dirti arrivato?
Siine lieto: la ricerca continua.
Carpe Diem Serenamente ........