Eppure non dovrebbe essere difficile: l'udito è uno dei nostri 5 sensi, ma non lo sappiamo usare... o almeno non viene usato come si dovrebbe.
Eppure anche il silenzio, ascoltando bene, "parla". E dice cose molto più sensate di quelle che a volte escono sotto forma di parole.
Parole dette prima di averle pensate, parole mal pensate, parole mal dette, parole inquinate, parole dannose, parole velenose, parole fuori dal contesto, parole inutili. La stessa parola in un contesto ha un senso, in un altro ne ha uno addirittura opposto. In un altro ancora non ne ha nessuno.
Tutte le parole sono inventate. Ma bisognerebbe imparare ad usarle meglio. In modo più salutare, più sano, più aerato, più arioso, più liquido, più fresco. Soprattutto meno inutile.
C'è un tale spreco...!
Mi si apostrofa come insofferente quando non voglio sprecare le parole, quando non voglio rispondere ad una domanda fatta tanto per fare, una domanda inutile, la cui risposta inutile non gioverebbe nè a me nè al mio interlocutore, non ci darebbe nulla di più di ciò che già abbiamo. Solo che io capisco che ci impoverirebbe entrambi, perchè se gli rispondo lo faccio a monosillabi e il poverello si offende.
Se mi sforzo di pronunciare qualcosa in più di un paio di monosillabi mi ritrovo stanca e infastidita perchè tutto quel lavoraccio si poteva tranquillamente evitare; il poverello si offende lo stesso perchè il mio sforzo è palpabile. E quindi ? Gli dico "per favore, ti prego di capire: non ho voglia di rispondere". Ed ecco che sono insofferente. Per qualcuno anche maleducata (nonostante il "per favore").
L'unico rimedio che conosco è evitare il più possibile i discorsi inutili, ma ha come conseguenza che devo per forza ad un certo punto evitare le persone che fanno abitualmente discorsi inutili.
Pazienza.
Ma se non mi sento di fare qualcosa non la faccio di certo per far piacere a qualcun altro, soprattutto qualcuno che non sarebbe neanche in grado di capire lo sforzo.
Sempre con affetto :-)
CARPE DIEM
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